Il tempo speso dagli studenti italiani nel fare “compiti” a casa e’ di circa 9 ore settimanali. E’ il dato più elevato tra i paesi dell’area.
Finlandesi e coreani che svettano nelle classifiche sulle competenze scolastiche, dedicano, infatti, allo studio in media meno di tre ore la settimana, meno della metà degli italiani. Anche Inglesi, Francesi e tedeschi hanno risultati migliori in matematica e studiano a casa molto meno dei nostri studenti!
L’OCSE stessa fornisce la risposta a questo mistero della scuola italiana. Dopo circa quattro ore la settimana di “compiti” a casa, il tempo in più investito sui libri ha effetti trascurabili sulla performance; nel caso dei nostri studenti cinque ore di compiti a casa sono inutili!
Siamo partiti da un problema molto sentito dai genitori italiani quello dell’eccesso di compiti a casa rispetto al risultato scolastico segnalato dall’OCSE.
Ricordiamoci che secondo le stime delle associazioni dei consumatori le “ripetizioni” costano ai genitori italiani tra i 150 e 200 milioni di euro all’anno (tutti in nero!) e siamo pervenuti ad una conclusione interessante.
Anche in questo caso un uso “sensato” e metodologicamente corretto delle tecnologie digitali per l’apprendimento può risolvere sia il problema dei week end di genitori e studenti che quello dei budget familiari investito in libri cartacei e in ripetizioni.
Con i 150 milioni risparmiate in “ripetizioni” forse anche gli stipendi dei docenti italiani – i più bassi d’Europa – potrebbero essere aumentati e resi più dignitosi, migliorando in questo modo anche la preparazione dei nostri studenti che studiano tanto e apprendono poco o comunque molto meno di quanto potrebbero.
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